Discussione:
sedotti ed abbandonati
(troppo vecchio per rispondere)
fam
2009-07-22 08:02:40 UTC
Permalink
22 luglio 2009 - segnalazione due prime pagine

- -

- Cronaca QUI Torino 17 luglio 2009
"ha rapito il nostro bambino di 6 anni"
l'addio della mamma con un SMS

dall'articolo - " C'erano una volta i padri di famiglia. Sempre e comunque,
al di là dell'esito del matrimonio o della convivenza. Al di là dell'amore
che era andato spegnendosi, delle baruffe quotidiane, dei tradimenti,
dell'insofferenza di coppia. Come dire, parafrasando una celebre frase
napoletana "I figli so' piezz'e core" e il papà non si nega a nessuno.
Questione di sensibilità, di educazione, di rispetto. Sentimenti che paiono
essersi sfumanti alquanto se adesso, accanto ai padri di famiglia sono
sempre più numerosi "i padri abbandonati". I separati, i divorziati, o più
semplicemente i bidonati da una moltitudine di signore che hanno fatto
dell'indipendenza sessuale, un'arma prima ancora che una bandiera. "

fonte:
http://www.paternita.info/downloads/giornali/090717_cronacaqui_pp_to.pdf

nota:
Il 70% delle sottrazioni di minori sono ad opera delle madri
http://violenza-donne.blogspot.com/2009/03/sottrazioni-minori-maggioranza-madri.html

- -

- Associazione Avvocati Matrimonialisti
"fabio, figlio di una separazione"
lettera del presidente G.E.Gassani

Qualche giorno fa un ragazzo mi ha salutato mentre stavo per strada, nei
pressi del mio studio.
Ho risposto al saluto e gli ho chiesto chi fosse.
"Sono Fabio S., il figlio di Elena K. e Giovanni S., si ricorda di me?".
Ho capito subito. Dieci anni fa Fabio aveva 9 anni. Io difendevo suo padre
in un' aspra causa di separazione giudiziale. Una causa terribile, fatta di
colpi bassi, caratterizzata da un conflitto irrimediabile.
Questo bambino era diventato il pomo della discordia dei suoi genitori.
Ricordo che il mio cliente, suo padre, era stato accusato di pedofilia e
violenze fisiche in danno del figlio.
Furono disposte, dunque, numerose indagini, sia in sede penale che minorile,
e poi una serie di perizie terrificanti.
Tutto finì in una bolla di sapone. Furono esclusi episodi di abuso sessuale
commessi dal padre (così come accade nell'80-90% dei casi). Ma dovettero
trascorrere due anni prima che Fabio potesse tornare a frequentare suo padre
in una situazione di normalità.
Al piccolo era stato fatto il lavaggio del cervello. Era stato ignobilmente
istruito per distruggere suo padre. Ma il tentativo di plagio fallì
miseramente tanto che, nel corso delle perizie, il bambino reclamava la
figura del papà, lo stesso papà che avrebbe dovuto uccidere, almeno
moralmente, nel modo peggiore, mediante la più infamante delle accuse.
Tutto finì come doveva finire. Ma Fabio rimase traumatizzato da tale
angosciante esperienza.
Una vicenda, questa, che ha lasciato il segno anche a me.
Sua madre fu denunciata e condannata per calunnia poiché fu provato in
giudizio che costei aveva deliberatamente accusato il marito, sapendolo
innocente, nel proposito di annullarlo sul piano genitoriale.
In questa squallida vicenda si erano inseriti i familiari della sciagurata,
un "avvocato" e uno di quegli psicologi da strapazzo (ce ne sono abbastanza
in giro) che vedono abusi ovunque.
Rivedere Fabio, ormai quasi ventenne, alto quasi due metri, con un sorriso
smagliante, è stato bello.
"Come stai?" , gli ho chiesto.
"Bene avvocato, sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, vorrei
occuparmi anch'io di diritto di famiglia".
"Complimenti Fabio, che Dio ti benedica. Papà come sta?".
"Papà è morto due anni fa, ora vivo con i nonni materni. E' stato lui a
convincermi a fare l'avvocato di famiglia. Voleva che difendessi i bambini".
"Mi dispiace tanto. Tuo padre era una persona giusta, un uomo forte, un
esempio di amore paterno".
"Lo so caro avvocato, mi manca tanto".
Ci siamo salutati con una stretta di mano forte. Me ne sono tornato allo
studio con un nodo in gola ma felice per essere stato anche io l'artefice ,
a suo tempo, della salvezza di un bambino dalla più grande delle tragedie,
quella di perdere dalla sua vita un genitore innocente.
Fabio è un ragazzo forte.
Ma quanti, ogni giorno, sono lasciati soli al loro destino.
Quanti sono solo merce di scambio o pacchi postali?
Quanti saranno chiamati ad accusare o scegliere un genitore?
Ma chi ascolta il dolore dei bambini?

fonte:
http://www.ami-avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=710&autore=la%20redazione

- -

cordialità
portale nazionale
www.paternita.info
Rossana
2009-07-29 17:24:29 UTC
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Post by fam
22 luglio 2009 - segnalazione due prime pagine
- -
- Cronaca QUI Torino 17 luglio 2009
"ha rapito il nostro bambino di 6 anni"
l'addio della mamma con un SMS
dall'articolo - " C'erano una volta i padri di famiglia. Sempre e comunque,
al di là dell'esito del matrimonio o della convivenza. Al di là dell'amore
che era andato spegnendosi, delle baruffe quotidiane, dei tradimenti,
dell'insofferenza di coppia. Come dire, parafrasando una celebre frase
napoletana "I figli so' piezz'e core" e il papà non si nega a nessuno.
Questione di sensibilità, di educazione, di rispetto. Sentimenti che paiono
essersi sfumanti alquanto se adesso, accanto ai padri di famiglia sono
sempre più numerosi "i padri abbandonati". I separati, i divorziati, o più
semplicemente i bidonati da una moltitudine di signore che hanno fatto
dell'indipendenza sessuale, un'arma prima ancora che una bandiera. "
fonte:http://www.paternita.info/downloads/giornali/090717_cronacaqui_pp_to.pdf
Il 70% delle sottrazioni di minori sono ad opera delle madrihttp://violenza-donne.blogspot.com/2009/03/sottrazioni-minori-maggior...
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- Associazione Avvocati Matrimonialisti
"fabio, figlio di una separazione"
lettera del presidente G.E.Gassani
Qualche giorno fa un ragazzo mi ha salutato mentre stavo per strada, nei
pressi del mio studio.
Ho risposto al saluto e gli ho chiesto chi fosse.
"Sono Fabio S., il figlio di Elena K. e Giovanni S., si ricorda di me?".
Ho capito subito. Dieci anni fa Fabio aveva 9 anni. Io difendevo suo padre
in un' aspra causa di separazione giudiziale. Una causa terribile, fatta di
colpi bassi, caratterizzata da un conflitto irrimediabile.
Questo bambino era diventato il pomo della discordia dei suoi genitori.
Ricordo che il mio cliente, suo padre, era stato accusato di pedofilia e
violenze fisiche in danno del figlio.
Furono disposte, dunque, numerose indagini, sia in sede penale che minorile,
e poi una serie di perizie terrificanti.
Tutto finì in una bolla di sapone. Furono esclusi episodi di abuso sessuale
commessi dal padre (così come accade nell'80-90% dei casi). Ma dovettero
trascorrere due anni prima che Fabio potesse tornare a frequentare suo padre
in una situazione di normalità.
Al piccolo era stato fatto il lavaggio del cervello. Era stato ignobilmente
istruito per distruggere suo padre. Ma il tentativo di plagio fallì
miseramente tanto che, nel corso delle perizie, il bambino reclamava la
figura del papà, lo stesso papà che avrebbe dovuto uccidere, almeno
moralmente, nel modo peggiore, mediante la più infamante delle accuse.
Tutto finì come doveva finire. Ma Fabio rimase traumatizzato da tale
angosciante esperienza.
Una vicenda, questa, che ha lasciato il segno anche a me.
Sua madre fu denunciata e condannata per calunnia poiché fu provato in
giudizio che costei aveva deliberatamente accusato il marito, sapendolo
innocente, nel proposito di annullarlo sul piano genitoriale.
In questa squallida vicenda si erano inseriti i familiari della sciagurata,
un "avvocato" e uno di quegli psicologi da strapazzo (ce ne sono abbastanza
in giro) che vedono abusi ovunque.
Rivedere Fabio, ormai quasi ventenne, alto quasi due metri, con un sorriso
smagliante, è stato bello.
"Come stai?" , gli ho chiesto.
"Bene avvocato, sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, vorrei
occuparmi anch'io di diritto di famiglia".
"Complimenti Fabio, che Dio ti benedica. Papà come sta?".
"Papà è morto due anni fa, ora vivo con i nonni materni. E' stato lui a
convincermi a fare l'avvocato di famiglia. Voleva che difendessi i bambini".
"Mi dispiace tanto. Tuo padre era una persona giusta, un uomo forte, un
esempio di amore paterno".
"Lo so caro avvocato, mi manca tanto".
Ci siamo salutati con una stretta di mano forte. Me ne sono tornato allo
studio con un nodo in gola ma felice per essere stato anche io l'artefice ,
a suo tempo, della salvezza di un bambino dalla più grande delle tragedie,
quella di perdere dalla sua vita un genitore innocente.
Fabio è un ragazzo forte.
Ma quanti, ogni giorno, sono lasciati soli al loro destino.
Quanti sono solo merce di scambio o pacchi postali?
Quanti saranno chiamati ad accusare o scegliere un genitore?
Ma chi ascolta il dolore dei bambini?
fonte:http://www.ami-avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=710&autore=...
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cordialità
portale nazionalewww.paternita.info
I dolori dei bambini li ascoltano quelli che vogliono e sono capaci di
farlo, non necessariamente madri o padri, perchè appartenenti alla
categoria sessuale 'migliore' dal punto di vista genitoriale.
Credo che l'inghippo, da parte di qualcuno, sia di credere che esista
il fantomatico istinto materno o una qualche superiorità di genere,
che renda speciali e preferibili le madri ai padri. Purtroppo non è
così, l'istinto materno è una bufala e il mondo è pieno di genitori
(di entrambi i sessi) totalmente inadeguati nel difficile compito di
crescere un figlio. Conosco madri capaci di essere solo genitrici, non
certo 'mamme', idem per i padri.
Forse si confonde il primo periodo di vita, fiosologicamente e
psichicamente legato alla figura materna all'apporto parimenti
qualitativo del padre nel seguente periodo, come se, appunto, il padre
non venisse al pari coinvolto nelle dinamiche relazionali in grado di
pari importanza perchè il figlio è allattato al seno di una madre.
Certo, pensando al mondo che vorremmo, 'di mamma ce n'è una sola' o
'la mamma è sempre la mamma' e altre stupidaggini del genere.
Purtroppo questi detti sono più che mai veri quando la madre in
questione si rivela nel tempo incapace nel suo compito e diventa fonte
di gravi frustrazioni al proprio figlio. Sì, purtroppo, a volte, se ne
vorrebbe un'altra e non si può. La stessa cosa vale per i padri.

L'unico istinto che vorrei premiare, da coniugare alla ragione più che
mai, riguarda la capacità di saper valutare le qualità intrinseche del
proprio partner, madre o padre che sia. E' molto difficile che un/una
gran cafone/a si trasformi in genitore capace di insegnare la buona
educazione, è molto difficile che persone problematiche e non
'risolte' non espongano in piazza le proprie gravi fragilità in un
momento delicato come quello, ad esempio, di una separazione.
Mettere al mondo un figlio è un gesto di grande amore, che deve
accompagnarsi a responsabilità. Non sto facendo il solito discorso
relativo alla economia famigliare, ma alla scelta convinta,
consapevole che un figlio a noi affidato e che facciamo soffrire è
causare un vero inferno, se mai ne esiste uno, che ti segna per la
vita.

Mi ha commosso.

Saluti
Rossana

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